5 lezioni per la Street Photography (+ un consiglio da Woody Allen)

4 Febbraio 2019

Blog Street Photography

Sulla Street Photography è facile reperire online e su letteratura cartacea moltissime informazioni tecniche e consigli per imparare a scattare. Basandosi solo su questo tipo di accorgimenti, diventa facile cadere nell’errore di pensare: “Compro la macchina fotografica, studio la “regola dei terzi” e inizio a passeggiare”. La Street Photography richiede molto altro. Non inizia dalla tecnica, ma dall’anima, dall’intento con cui fai quello scatto. In questo articolo abbiamo quindi raccolto alcuni spunti e consigli che vanno oltre l’uso delle ottiche e del diaframma, per darti ispirazione prima che tecnica, intenzione prima che mezzi. Avremo modo di parlare nel blog di attrezzature, ottiche e tecniche di scatto. Qui vogliamo capire l’anima della Street Photography. Per fare questo abbiamo scelto di riportarti le lezioni di alcuni maestri che con la loro vita e la loro arte sono sempre di grande ispirazione.

  1. A LEZIONE DI HENRI CARTIER-BRESSON: “Le tue prime 10.000 foto sono le peggiori”

    L’occhio del secolo, annoverato tra i padri della Street Photography, non può non essere citato. Sarebbero innumerevoli gli spunti da considerare. Abbiamo deciso di focalizzarci su quello più utile per chi si appresta a diventare fotografo di strada. Si tratta di un genere estremamente difficile e complicato. Studio ed esperienza non bastano mai. Inoltre richiede talora una buona dose di fortuna. Le 10.000 foto a pellicola di Bresson, equivalgono oggi a circa un milione di scatti in digitale. Una persona potrebbe desistere non vedendo risultati ai primi tentativi, ma il Maestro dice di non mollare perché la pratica educa occhio, mano e cuore e porta risultati.

  2. LEZIONE DI ANSEL ADAMS: “Non avere fretta”

    Un nome che non ha bisogno di presentazioni dal momento che è considerato uno dei migliori fotografi del XX secolo. Innumerevoli le lezioni che potremmo distillare dalla sua vita e dalla sua arte, ma vediamo di concentrarci su alcuni punti focali. Il digitale spinge ad accelerare i tempi, scattare a ripetizione senza dare troppo peso a inquadratura e composizione, convinti che nella moltitudine di scatti ce ne sarà uno buono. L’analogico aveva il vantaggio di far riflettere e pensare molto di più prima di premere il pulsante di scatto. Siamo convinti che Adams non sarebbe stato deviato dall’attrezzatura, anche con macchina digitale avrebbe usato l’anima per scattare, non gli occhi. Non è solo l’immagine che ferma il tempo.
    Quando fai una fotografia Street, il tempo stesso che ruota intorno alla realizzazione dello scatto ha una sua dimensione. Ti permette di concentrarti e sentire quello che accade intorno a te. Questo è importante per entrare in empatia con la realtà circostante. Lo scopo di tutto questo è essere rapidi in fase di scatto e riuscire a cogliere l’attimo. Rallentare per essere più veloci, questo è il senso. Ovvio no?
    Sappiamo che sembra complicato, ma se ci pensi è logico: più sarai a tuo agio nell’ambiente in cui ti trovi, più riuscirai a essere sensibile agli stimoli che ricevi. L’occhio può arrivare troppo tardi, ma se l’anima è ricettiva, il dito è pronto sul pulsante di scatto al momento giusto.

  3. LA LEZIONE DI ROBERT CAPA: “Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino”

    Altro nome che non ha bisogno di alcuna introduzione. Considerato uno dei più grandi fotografi di guerra di tutti i tempi. Nei suoi scatti c’è tutta la volontà di raccontare senza filtri e sovrastrutture la realtà.
    La vicinanza di cui parla Capa non è solo una vicinanza fisica, ma anche emotiva. Non basta essere vicino con la macchina al soggetto per scattare una buona fotografia, devi avvicinarti con l’anima. Capa parlava con i suoi soggetti, interagiva con loro, cercava di conoscere quello che c’era oltre l’apparenza per scattare una foto che raccontasse fisicità ed anima del suo soggetto.
    Nella fotografia di strada non sempre questo è possibile, ma di sicuro possiamo immergerci nell’ambiente intorno a noi e guardare con occhio diverso chi ci circonda. Prendere tempo per osservare, attendere, capire e poi scattare.

  4. LA LEZIONE DI BRUCE GILDEN: “Scatta te stesso!”

    Bruce Gilden è un fotografo di strada americano che ha veramente fatto suo il principio della vicinanza di Capa. Se guardi una panoramica dei suoi scatti puoi avere la sensazione di imbarazzo tanto sono vicine al soggetto. Uno stile sfacciato e irriverente che esplode nella ritrattistica e non solo.
    La lezione che Gilden ci dà è che ogni fotografo ritrae ciò che lui stesso trova significativo ed attraente, quindi in ogni scatto c’è il riflesso del fotografo stesso. Non preoccuparti di ritrarre quello che pensi sarebbe interessante, quello che hai visto in altre fotografie ed è piaciuto: fotografa solo ciò che tu ritieni rilevante perché solo così le tue immagini saranno autentiche. Nessun falso emoziona.

  5. LA LEZIONE DI DIANE ARBUS: “Credo davvero che vi siano cose e persone che nessuno avrebbe potuto vedere se io non le avessi fotografate”

    Diane Arbus è una fotografa di indubbia fama che divide le opinioni e che ha certamente saputo far parlare di sé. Anche se non universalmente amata come altri nomi che abbiamo citato, il suo spessore artistico e creativo non possono essere messi in discussione. Oggi è tendenzialmente etichettata come “la fotografa dei freak”, soggetti che per la società hanno dei difetti fisici o dei disturbi che li portano ad essere diversi dall’ordinario. Questa lezione diventa importante per ogni fotografo che voglia fare il salto di qualità e diventare un vero artista. Non si tratta di scegliere i soggetti non convenzionali della Arbus, si tratta di trovare una propria identità, di accettarla e seguirla senza farsi condizionare dei canoni. La Street Photography ha il potenziale di raccontare storie e identità che altrimenti finirebbero nell’oblio dietro ogni angolo di strada, ma se il fotografo non capisce questo principio di fondo avremo solo tante cartoline. Per fare questo non bisogna avere paura di andare oltre i canoni imposti per trovare ispirazioni autentiche.

IL CONSIGLIO DI WOODY ALLEN: “L’80% del successo è essere presente”

Sappiamo che non si tratta di un fotografo, ma il celeberrimo Woody con il suo stile di vita e la sua inconfondibile sagacia, dà una lezione importante anche alla nostra categoria.
Quando si parla di fotografia di strada, più esci e sei presente per scattare, più possibilità hai di scattare una fotografia interessante.
Anche in questo caso, si ribadisce quello che si è detto sopra: l’allenamento migliora la qualità e quindi, più situazioni cogliamo per esercitarci, più stimoli ed occasioni avremo per raccontare una buona storia.

Eccoci giunti al termine di questa guida ispirazionale. Si tratta di lezioni utili sia per chi inizia a studiare quest’arte meravigliosa, sia per chi la pratica da tempo.
Studiare la tecnica è fondamentale nella Street Photography e poi bisogna andare oltre, automatizzare la tecnica. Occhio e cuore devono essere liberi per concentrarsi sull’essenza dello scatto, sull’anima del soggetto, sulla storia che stai raccontando.
Così nasce la Street Photography.

Potrebbe venire da pensare: cosa c’entra tutto questo con il matrimonio? Qui si parla di arte, nel wedding, al massimo, di album di nozze. SWP ha attinto da tutto questo per trovare ispirazione e formulare un metodo peculiare, dedicato a coloro che non vogliono accontentarsi dello standard. Da Bresson abbiamo recepito la voglia di non arrenderci alle prime difficoltà; da Adams abbiamo imparato l’importanza di visualizzare una fotografia prima di farla; da Capa abbiamo attinto la voglia di conoscere davvero chi stiamo fotografando; da Gilden abbiamo imparato la potenza della personalizzazione; dalla Arbus abbiamo ricevuto la spinta per fare qualcosa di non convenzionale. La sintesi tra due generi all’apparenza opposti, trova coerenza nelle intenzioni condivise.
Per saperne di più su SWP vieni a scoprire cos’è la SWP.
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