Qual è il momento giusto per fare le foto nel giorno del matrimonio? Il Kairos!

28 Settembre 2018

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Non siamo esperti di studi classici, ma c’è un concetto che affonda le proprie radici nella cultura greca arcaica che è un tema caro a tutti noi: il tempo.

In Grecia vi erano tre termini per definire il tempo: Aion, Kronos e Kairos.

A ciascuno corrisponde nell’immaginario comune anche una divinità.

Aion è il dio dell’eternità, il tempo indistinto che vige da sempre e per sempre sopra gli uomini.

Kairos, il più giovane dei figli di Zeus, è il dio dell’opportunità ed è contrapposto a Kronos, il dio del tempo oggettivo, misurato e datato.

Kronos indica il tempo che passa, nelle sue dimensioni di passato presente e futuro, lo scorrere delle ore e dei minuti che possiamo monitorare con l’orologio.

Kairos è il tempo opportuno, l’attimo che fugge, il tempo del destino, la buona occasione, il momento propizio. Un tempo sacro, un tempo al di fuori delle misurazioni e dei calcoli convenzionali. Un tempo fuori dal tempo.

Quando nella foto di matrimonio si parla di immortale scatti senza tempo, bisogna capire bene quello che si sta intendendo.

In che modo questo concetto antico può tornarci utile nella riscoperta del valore dell’attimo propizio, di un tempo unico e personale?

La giornata del matrimonio, si sa, è fatta di tanti capitoli che scorrono uno dopo l’altro all’interno di un racconto ben strutturato.

SWP lavora molto bene su Kronos prima dell’evento: ragioniamo insieme sulle tempistiche degli spostamenti e sulla durata del servizio fotografico.

Nel giorno del matrimonio però, quando prendiamo in mano la macchina fotografica, pur rispettando la scaletta prefissata, il tempo deve diventare Kairos, la ricerca di quell’attimo irripetibile fuori dal tempo e carico di valore.

Per fare ciò è necessario rimanere sempre vigili e coinvolti.

Se vedete un fotografo stare fermo o piuttosto rigido, non è un buon fotografo.

Un buon fotografo difficilmente riesce a stare inattivo perché deve rimanere sensibile rispetto a quegli attimi che fanno la differenza, che raccontano davvero il tempo “unico” che gli sposi stanno vivendo.

Una volta premuto il pulsate di scatto, la fotografia giusta a cui pensare è la successiva, o gli attimi irripetibili ci scorreranno via mentre stiamo controllando il monitor e li perderemo.

Un fotografo che scatta seguendo solo Kronos, immortalate preparazione, cerimonia, festa e taglio torta mette via le macchine fotografiche.

Un fotografo che scatta seguendo Kairos, cerca dei momenti nell’intercorrere di quei capitoli tradizionali e all’interno di quei passaggi stessi, per uscire dallo schema convenzionale.

Kairos sorprende, stupisce, emoziona in modo inatteso e per questo è straordinariamente potente.

Cercando di concretizzare questa filosofia in una giornata che naturalmente deve tenere conto delle tempistiche organizzative, cosa dobbiamo considerare.

Ovviamente non si tratta di stravolgere il programma o ritardare per fare le foto o cambiare programma perché Kairos ci offre un tramonto da favola e dobbiamo raggiungere il mare per fotografarlo. Assolutamente no!

Il programma va mantenuto in toto, per rispetto di tutti gli ospiti e dei fornitori che quel giorno lavorano, ma il fotografo in questo tempo deve lavorare con un orologio emotivo differente, non accontentandosi di ritrarre i momenti tipici della giornata, ma andando oltre, alla ricerca di quel tempo fuori dal tempo, la materia di cui sono fatte le belle fotografie.

Il ritratto più bello il giorno del matrimonio è quello dello sposo, nel momento preciso in cui dal controluce dell’ingresso delinea il volto della sua sposa: è un istante che dura un battito d’ali. Per tutto il resto del mondo quell’attimo dura una frazione di secondo, ma per lo sposo quel momento è fuori dal tempo e senza tempo. Lo scatto fatto qualche secondo dopo, non ha lo stesso valore.

La fotografia di matrimonio si nutre di Kairos, pur essendo una grande estimatrice di Kronos: amiamo la puntualità e i piani ben strutturati, ma proprio perché poggiato su queste solide fondamenta organizzative, la cosa più bella è lasciarsi ispirare, lasciarsi sorprendere da ciò che accade e ritrarre tutto questo nelle fotografie.